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Il murale di Dostoevskij ricorda che la cultura è un valore universale (da non censurare mai)

Il murale di Dostoevskij ricorda che la cultura è un valore universale (da non censurare mai)

Il murale di Jorit in omaggio al grande Dostoevskij, apparso su una scuola di Napoli, è la migliore risposta a chi cerca di censurare la cultura con il pretesto della guerra.

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Fëdor Dostoevskij è uno degli scrittori più celebri e geniali di tutti i tempi. Eppure nelle ultime settimane nel nostro Paese è diventato oggetto di censura da parte dell’Università Bicocca di Milano (che poi ha fatto marcia indietro). Una reazione assurda e ingiustificata – a seguito dell’invasione della Russia sul territorio ucraino – nei confronti della cultura russa che ha aperto un acceso dibattito pubblico.

Di fronte a questo evento tantissimi personaggi del mondo accademico e artistico hanno deciso di reagire condannando ogni forma di censura. Ma una delle risposte più belle e più potenti nei confronti di questo atteggiamento miope e ridicolo è arrivata da Jorit, lo street artist napoletano conosciuto in tutto il mondo per le sue meravigliose (e mastodontiche) opere. L’artista ha infatti deciso di realizzare un enorme murale con il volto di Dostoevskij sulla parete di una scuola di Napoli.

“La “gaffe” dell’Università Bicocca di Milano che prima ha censurato un corso su Dostoevskij, e poi ha chiesto di ripristinarlo, ma integrandolo con autori ucraini, mi ha colpito molto. – spiega Jorit – Da un piccolo, ma grande, liceo di Napoli, voglio lanciare un messaggio perché la cultura non sia mero nozionismo settoriale né piatta dialettica. Solo con la cultura si capiscono le cause delle guerre e si costruisce la PACE: la cultura è valore universale, della #humantribe, per cui Dostoevskij è patrimonio dell’umanità.

Nel nuovo bellissimo murale, apparso sul palazzone dell’istituto Augusto Righi, l’autore russo è stato ritratto con il segno distintivo che ritroviamo in tutte le opere di Jorit: i segni rossi sul volto che rimandano alla pratica africana della scarnificazione per simboleggiare l’unità di quella che lui ama definire “tribù umana”.

Fonte: Greenme


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