ASCOLTA LA DIRETTA
Cesare Cremonini: 'Un Natale intimo non vuole dire infelice. Non siamo più bambini, piangere non serve”

Cesare Cremonini: "Un Natale intimo non vuole dire infelice. Non siamo più bambini, piangere non serve”

Il cantautore bolognese affida le sue riflessioni a un post di Instagram: "Non sento il bisogno di litigare per un desiderio così intimo da appartenere a tutti".

ASCOLTA IL PODCAST

Condividi su:

Mentre si discute sulle modalità in cui si potrà festeggiare il 25 dicembre, il cantautore bolognese Cesare Cremonini condivide un lungo post su Instagram in cui ricorda il suo Natale e invita a non essere divisivi.

“Senza mancare di rispetto alle famiglie che vivono separate e lontane, che spero restino unite insieme ai bambini, non sento il bisogno di litigare per un desiderio così intimo da appartenere a tutti. Ognuno di noi vorrebbe un Natale normale, ‘come da bambini’. Ma bambini non siamo più e piangere non serve”. Questo è il suo invito, mentre ricorda le festività natalizie passate insieme alla sua famiglia.

“Non ho ricordi recenti di un Natale da carovana, con grandi tavolate. In casa mia sopravvive l’idea di un Natale sobrio, molto tradizionale. Siamo stati in tanti anche noi, poi in quattro da alcuni anni. Ora in tre”, scrive riferendosi alla morte del padre, medico, avvenuta nel 2019. “L’eco dei ricordi è quello delle numerose telefonate (ancora a rete fissa) da parte dei pazienti di mio padre per gli auguri, a cui io mi divertivo a rispondere per primo, fantasticando sui vari dialetti che si esprimevano dall’altra parte della cornetta. Tra un dotto’ e un dutaur, con mio padre che fingeva di conoscere tutti”.

“Un Natale intimo non vuole dire infelice. Anzi, all’attesa della nascita di Gesù, con il presepe in ceramica rigorosamente non dipinto e tenuto in vita da una candela che restava accesa fino all’alba, ci sono affezionato”, racconta Cremonini. “Così questa festa la vivo come un “desiderio” piuttosto solitario ma ispirato da un sentimento molto comune: rivivere l’illusione dei migliori ricordi vissuti da marmocchio”. Ecco perché la convinzione che sia inutile litigare per un bisogno così personale e conclude ricordando la lezione di Giacomo Leopardi: “Per lui cercare quel che abbiamo visto con gli “occhi infiniti” dei bambini era un modo per spiegare che la felicità non è altro che la ricerca di un ricordo”.

Fonte: huffingtonpost.it


AMICI DI LOVE FM
Novità