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Una compagnia di cantanti lirici aiuta i pazienti che hanno avuto il Covid a respirare di nuovo

Una compagnia di cantanti lirici aiuta i pazienti che hanno avuto il Covid a respirare di nuovo

Cantare per tornare a respirare.

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Questa la tecnica messa appunto da una compagnia britannica di cantanti lirici, English National Opera (ENO), che ha avviato un programma di canto, respirazione e benessere per aiutare i pazienti che hanno contratto il coronavirus e che continuano a soffrire di sintomi a lungo termine.

Se alcuni tornano in salute in poche settimane, molti hanno riscontrato nei mesi successivi problemi persistenti a livello respiratorio. Ed è proprio a loro che si rivolge il progetto "Eno Breathe", sviluppato in collaborazione con l'Imperial College Healthcare: il programma di sei settimane svolto online offre ai pazienti esercizi di recupero clinicamente testati, ma rielaborati da tutor di canto professionisti.

Un'occasione per rendersi utili e rimanere attivi in un momento in cui l'arte e lo spettacolo sono stati stati messi da parte per far fronte all'emergenza sanitaria, mettendo in seria difficoltà un settore che vive di pubblico. Per questo la English National Opera, una delle due principali compagnie britanniche, ha cercato di reindirizzare le proprie energie: in un primo momento aveva fornito dispositivi di protezione per gli ospedali poi, lo scorso settembre, aveva offerto "un’esperienza di opera drive-in", con tanto di esibizione ridotta de "La Bohème" di Puccini trasmessa su grandi schermi in un parco di Londra. Nello stesso periodo, riporta il New York Times, la compagnia operistica ha iniziato a sperimentare il programma medico.

"L'idea è nata la scorsa estate – ha raccontato alla testata americana Jenny Mollica, direttrice del lavoro di sensibilizzazione della English National Opera - quando sono emersi i primi casi di 'lungo Covid'", termine con cui si indicano le persone che si sono riprese dalla fase acuta della malattia ma dopo più di quattro settimane presentano ancora dei sintomi, come dolore al petto, affaticamento, annebbiamento del cervello e mancanza di respiro. "L'opera è radicata nel respiro – ha sottolineato Mollica – Questa è la nostra esperienza. Quindi ho pensato: 'Forse Eno ha qualcosa da offrire".

Fonte: mashable.com


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