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Secondo il presidente francese Macron, “siamo in un momento di frattura del sistema capitalistico”

Secondo il presidente francese Macron, “siamo in un momento di frattura del sistema capitalistico”

"Siamo in un momento di frattura del capitalismo, che deve pensare alle diseguaglianze e al cambiamento climatico” afferma Macron,.

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Negli ultimi mesi la Francia è stata di nuovo oggetto di attentati terroristici di matrice islamista, come se non bastasse la pandemia e la generale difficoltà che sta vivendo l’Europa. Per questo, dice il presidente francese Macron, serve un cambio di passo e una maggiore collaborazione sui problemi comuni. “Siamo in un momento di frattura del capitalismo, che deve pensare alle diseguaglianze e al cambiamento climatico” afferma Macron intervistato dalla rivista Le Grand Continent, in un’intervista che sta già venendo ripresa un po’ da tutti – a partire dal Corriere della Sera.

“Dobbiamo collaborare. Non riusciremo a sconfiggere l’epidemia e questo virus se non collaboriamo. Oltre a ciò, in questo momento ritengo che un’ulteriore rotta da seguire sia anche l’importanza — e l’uno per me è complementare all’altro — di rafforzare e strutturare un’Europa politica”, spiega Macron, parlando dell’importanza della cooperazione multilaterale che è diventata fragile e bloccata. “Se cerco di guardare oltre il breve termine, direi quindi che dobbiamo avere due assi forti: ritrovare le modalità per una cooperazione internazionale utile che eviti la guerra, ma che consenta di rispondere alle sfide contemporanee; costruire un’Europa molto più forte, che possa far valere la sua forza, mantenendo i suoi principi, in uno scenario così rifondato”.

Secondo Macron, siamo a un punto di svolta rispetto sia all’ordine globale del 1945 sia a quello del 1989. Le nuove generazioni “non hanno vissuto l’ultima grande lotta che ha strutturato la vita intellettuale occidentale e le nostre relazioni: l’anti-totalitarismo”. Per questo, Macron propone un “consenso di Parigi” da contrapporre al “Washington Consensus” per limitarne alcuni aspetti sempre meno “vendibili” come “diminuzione del ruolo dello Stato, privatizzazioni, riforme strutturali, apertura delle economie attraverso il commercio, finanziarizzazione delle nostre economie”.

Fonte: rollingstone.it


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