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La Russia chiede indietro le opere d’arte in prestito ai musei di Milano: due a Palazzo Reale e 23 alle Gallerie d’Italia

La Russia chiede indietro le opere d’arte in prestito ai musei di Milano: due a Palazzo Reale e 23 alle Gallerie d’Italia

Spiace informarvi che, in base alla decisione del ministro della Cultura russa...». Inizia così la lettera spedita da San Pietroburgo a mezzo mondo e recapitata a due delle più importanti istituzioni museali milanesi, Palazzo Reale e Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo.

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È firmata dal professor Mikhail Piotrovsky, storico direttore generale dell’Ermitage. Il senso: tutte le opere in prestito devono tornare subito alla casa madre Russia. «Essendo l’Ermitage un polo museale statale...», anche il palazzo sul Lungoneva, una delle più importanti collezioni del mondo, si adegua alla linea del Cremlino. «Spiace...», ma tant’è: preparate quadri, imballaggi e spedizioni, al resto ci pensiamo noi. Questo il contenuto della richiesta.

La «ritorsione» culturale, che arriva dopo le sanzioni internazionali a Mosca e la lista nera dei Paesi ostili al Cremlino stilata da Vladimir Putin (nell’elenco c’è anche l’Italia), accomuna Milano ad altre città italiane e internazionali che ospitano temporaneamente opere d’arte delle collezioni russe. La stessa sorte potrebbe toccare a breve — sono attese lettere-fotocopia, pur firmate da altri direttori — anche al Palazzo Roverella di Rovigo che fino al 26 giugno presenta «Kandinskij. L’Opera (1900-1940)», mostra che attinge anche al vasto (e non facilmente accessibile) tesoro d’arte russo, a partire dallo State Russian Museum di San Pietroburgo e dal Puskin di Mosca.

Fonte: Milano Corriere.it


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