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Jurassic Park’ potrebbe diventare realtà. Trent’anni dopo

Jurassic Park’ potrebbe diventare realtà. Trent’anni dopo

Un team di scienziati (e l’autore di questo articolo) hanno fondato una società che studia una possibile de-estinzione. E la loro ricerca può aiutare le specie animali a sopravvivere nel mondo di oggi sconvolto dal cambiamento climatico. È tutto vero: leggete questa storia. Tuttavia, il nostro lavoro va in un’altra direzione rispetto a quello della storia di Jurassic Park per quanto riguarda molti aspetti prettamente scientifici, cosa che, immagino, molti fan troveranno interessante. Per prima cosa, lasciatemi dire che non puoi ottenere il Dna dall’ambra. Fidatevi. È un materiale poroso e non preserva in modo efficace le tracce di Dna. Ma si possono ottenere campioni di Dna di specie risalenti al tempo della glaciazione nel permafrost, e anche di scheletri che si sono conservati bene nelle caverne e persino nei musei, come il tilacino (una rara specie di canide, ndt), trovato perfettamente conservato in un museo grazie all’uso di etanolo.

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Ricordo la prima volta che vidi i dinosauri sul grande schermo come se fosse ieri. Avevo 11 anni, mi ero appena seduto in sala con un grande secchiello di popcorn e una Coca-Cola, ed ero gasatissimo. Mi ero fiondato a prendere uno dei posti migliori, proprio al centro, e appena ho visto il primo brachiosauro comparire sullo schermo e John Hammond che pronunciava le celebri parole “Benvenuti a Jurassic Park”, la mascella mi è cascata per terra ancor più che al dottor Grant. Mio. Dio. Avevo 11 anni e ho pensato: e se i dinosauri potessero essere reali per davvero?

La prima volta che ho parlato con il dottor Church, un professore di Harvard alto e smilzo che poi sarebbe diventato il co-fondatore della nostra società, gli ho chiesto se pensasse davvero che la de-estinzione fosse possibile. Lui ha risposto che pensava non solo che fosse possibile, ma che lo sforzo per studiarla avrebbe prodotto tecnologie avanzate che avrebbero avuto un impatto enorme sulla conservazione degli animali. Dopo un po’ di incontri ho concordato anch’io con lui, e mi sono entusiasmato all’idea che non solo sarebbe stato possibile de-estinguere gli animali, ma anche che ci saremmo trovati di fronte a nuove scoperte scientifiche. Come è successo con gli auricolari wireless, i led, i mouse del computer e le coperte termiche – tutti prodotti nati “accidentalmente” dagli studi per portare l’uomo sulla Luna – così le ricerche sulla de-estinzione avrebbero portato a nuovi orizzonti riguardo sia alla conservazione che alla salute dell’uomo.

E ora, a differenza del dottor Hammond, che aveva comprato un’isola e nascosto i suoi esperimenti agli occhi del mondo, i governi stanno iniziando a chiederci di aiutarli per salvare le specie in pericolo. Sappiamo che “la vita trova il suo corso” (grazie ancora, dottor Malcolm), ma vogliamo che sia il migliore possibile, in uno scenario di cambiamento climatico fortemente accelerato dall’essere umano.

Tuttavia, il nostro lavoro va in un’altra direzione rispetto a quello della storia di Jurassic Parkper quanto riguarda molti aspetti prettamente scientifici, cosa che, immagino, molti fan troveranno interessante. Per prima cosa, lasciatemi dire che non puoi ottenere il Dna dall’ambra. Fidatevi. È un materiale poroso e non preserva in modo efficace le tracce di Dna. Ma si possono ottenere campioni di Dna di specie risalenti al tempo della glaciazione nel permafrost, e anche di scheletri che si sono conservati bene nelle caverne e persino nei musei, come il tilacino (una rara specie di canide, ndt), trovato perfettamente conservato in un museo grazie all’uso di etanolo.

Fonte: RollingStoneItalia


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