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Il salumificio vende l'800 per cento in più durante il lockdown: il caso Santoro di Cisternino

Il salumificio vende l'800 per cento in più durante il lockdown: il caso Santoro di Cisternino

Boom di vendite online durante il periodo di chiusura: "Quando abbiamo visto tutte le mail all'inizio abbiamo pensato a uno scherzo".

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Sembra quasi un miracolo. Nelle settimane in cui tutta Italia si è fermata, la gente ha cominciato a comprare salumi. Scegliendo la qualità, l'artigianato d'eccellenza, e un nome pugliese che è diventato sinonimo di sicurezza: Santoro. Durante il lockdown imposto a livello governativo per contenere il contagio di Covid-19, le vendite online del salumificio di Cisternino sono schizzate, arrivando a +800%.

Una cifra impressionante, che ha sconvolto prima di tutto chi quelle bontà le produce con passione e dedizione da sempre: "Non ce l'aspettavamo - dice Angela Santoro, figlia del fondatore Giuseppe e a lavoro nell'azienda di famiglia - Quando ho cominciato a vedere che mi arrivavano e-mail una dietro l'altra ho pensato fosse uno scherzo". Invece era gente che aveva bisogno di rifugiarsi nelle certezze che solo il cibo può dare, e che magari ha voluto allargare l'orizzonte e andare oltre farina e lieviti, diventati a metà marzo praticamente introvabili per eccesso di richieste.

Cosa ha funzionato, per Santoro? Sicuramente la tecnologia, il fatto che l'e-commerce per loro fosse già realtà da qualche anno. Alla richiesta dei clienti, quindi, si sono fatti trovare preparati. Ha funzionato poi la strategia messa in campo nel periodo più delicato e complesso che il Paese stava affrontando, schiacciato fra paura, bollettini quotidiani, obbligo di stare a casa, con le aziende ferme e i ristoranti chiusi. "Abbiamo lavorato giorno e notte per ottimizzare il sito - spiega Angela Santoro - attivando poi i Cap che si potevano servire, anche se in un primo momento molti autisti si rifiutavano di fare consegne in alcune città più esposte". Superate le difficoltà iniziali, sveltite le procedure di consegna a domicilio - senza contatti fra corriere e acquirente, senza obbligo di firma - i prodotti sono volati.

"Abbiamo servito tutta Italia", e quella dei Santoro è stata una carezza: che hanno ricevuto - perché il blocco delle aziende è stato angosciante pure per loro - e che hanno donato. "Quando hai a che fare con i clienti ti trasmettono anche belle storie: abbiamo consegnato salumi ai genitori di una persona che, lontana da loro, ha pensato di mandare cose buone da mangiare; oppure unito marito e moglie che erano separati, uno al Nord e l'altra a Sud. In ogni pacco abbiamo voluto scrivere un biglietto a mano per dire grazie, perché quella gente ci stava dando sostentamento quando eravamo fermi". Tutti salvati da una fetta di capocollo, quindi, sia i produttori, sia i consumatori: "In tanti hanno destinato risorse al godersi l'alimentazione a casa, hanno voluto rifugiarsi nella qualità, riscoprire cose che non avevano mai avuto il tempo di fare".

A coccolarli una newsletter scritta periodicamente dalle stesse sorelle Santoro - Micaela e Angela, le 'Santorine' - ricette pubblicate sul sito, comunicazione mirata sui social (se n'è occupata l'agenzia Brainpull), consegne gratuite, piccoli regali e offerte. Il prodotto che ha venduto di più? Ovviamente sua maestà il capocollo, che però adesso regna sovrano in una corte dove ci sono mortadelle (Santorella), guanciale, prosciutto cotto con acqua di mare, wurstel, filetto lardellato, salami e soppressata, corte che si è arricchita anche con i pre-affettati, anch'essi molto richiesti. Il peggio sembra essere passato, ma l'attenzione è alta: "Godiamoci questa ripartenza - conclude Angela Santoro - continuando a rispettare le regole". E tenendo in mente l'insegnamento della nonna 84enne: "Quando abbiamo avuto modo di chiacchierare e le ho detto che per molti il Covid-19 era una guerra, lei mi ha risposto che l'ha vissuta davvero, da bambina. E che non abbiamo idea di cosa sia, la guerra".

Fonte: La Repubblica


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