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Fuksas: 'Serve un nuovo Umanesimo. Torniamo nei paesini e lavoriamo da casa'

Fuksas: "Serve un nuovo Umanesimo. Torniamo nei paesini e lavoriamo da casa"

Ripensare al concetto di abitare.

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“Ripensare il concetto stesso dell’abitare, reintegrando i tre spazi del vivere quotidiano dell’uomo, che l’Illuminismo e la Rivoluzione Industriale hanno scisso: il luogo dove si abita, quello dove si lavora e quello dove si svolge il tempo libero. Unire le tre funzioni, in una sorta di Nuovo Umanesimo”. Massimiliano Fuksas ha fama di essere un architetto visionario e, guardando alle sue opere sparse in tutto il mondo, certamente lo è. Ma l’estro, a ben guardare, è sempre andato di pari passo con la concretezza dell’esigenze che le persone hanno di fruire delle sue “invenzioni”. Per questo, probabilmente, nella rivoluzione portata dal Coronavirus nel ripensamento del concetto di spazio e nella nuova centralità dello stesso, ha maturato un’idea che è insieme filosofica e pratica.

Per chi non lo sapesse Massimiliano Fuksas è un lavoratore infaticabile. L’otium, se non quello della riflessione, non è nelle sue corde. Per questo anche dalla sua casa sulle colline senesi ha continuato a pensare a come “rendere le abitazioni un luogo dove si può vivere veramente”.

Per lui deve essere fatto un piano dell’edilizia sociale che permetta di avere anche un piano abitativo che sia luogo di incontro in condominio per tutti gli abitanti. Un luogo fisico dove ci si possa incontrare per lavorare, per trascorrere il tempo, per fare smart-learning, dove si possono aiutare gli anziani ad imparare i rudimenti della tecnologia.

Fonte: huffingtonpost.it


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