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Festival del verde, tour tra giardini e paesaggi: la natura fa sold-out

Festival del verde, tour tra giardini e paesaggi: la natura fa sold-out

La scorsa settimana la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha multato l’Italia perché in molte città si respira un’aria che è fuori dai parametri di legge, troppo inquinata.

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Lo sappiamo, perché la vicenda si trascina da molti anni, ma non interveniamo, e così continuiamo ad accumulare condanne. Si può sperare che con l’attesa le cose miglioreranno da sole? Difficile, perché siamo anche nel mezzo di una crisi climatica che peggiora la situazione. Lo si è visto chiaramente in India e Pakistan dove nei giorni scorsi le temperature hanno superato i 50 gradi, e non siamo ancora in piena estate: colpa delle isole di calore, un fenomeno dovuto alla sfrenata cementificazione del suolo e alla costruzione incontrollata di edifici che a loro volta emettono gas che alterano il clima.

Serve dunque un cambio di visione, un intendere le nostre città non solo come il luogo delle case, delle strade e degli uffici, ma anche come lo spazio per la biodiversità e la connessione con la natura. Un grande corpo formato da organi diversi che compongono una struttura forte e resistente. Parte fondamentale di questo sistema ibrido è la natura, il verde che può compensare le emissioni nocive degli ambienti urbani.

E infatti le iniziative che vanno in direzione di un rafforzamento dei polmoni green hanno un successo crescente. A Roma il Festival del Verde ha visto arrivare un pubblico al di sopra delle attese negli spazi dell’Auditorium - Parco della Musica che hanno ospitato oltre 8.000 piante e 150 espositori.

“Noi puntiamo con decisione sui progetti di rigenerazione del patrimonio arboreo e di forestazione urbana che stiamo portando avanti con i fondi del Pnrr e con l'obiettivo di mettere a dimora un milione di alberi entro cinque anni. Vogliamo ispirare le nostre politiche e i nostri progetti di gestione del verde di Roma trasformando la manutenzione in un approccio più ampio, quello di 'cura’", ha dichiarato Sabrina Alfonsi, assessora all' Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma.

Tra le varie esposizioni, anche l’installazione “Orti in terrazza”, una proposta che si inserisce nel più ampio progetto HortusUp© promosso da Greenatelier per la città di Roma. È un’unità outdoor, energeticamente autosufficiente grazie all’utilizzo di sistemi di produzione domestici come il microfotovoltaico e il minieolico. Uno spazio semplice e accogliente, che può diventare luogo centrale della vita quotidiana. Un modello replicabile anche sui tetti di scuole e ospedali, in grado di adattarsi alla specificità del luogo e alla sua funzione.

Ma il futuro non sta solo nei nuovi progetti mirati a cambiare il volto delle nostre città ma anche nella riscoperta di luoghi dimenticati. Dalle Grotte vaporose delle Terme dimenticate di Sciacca, dove l’acqua diventa un elemento di benessere e al tempo stesso di valorizzazione del paesaggio, ai Giardini di Fogolana in provincia di Padova dove le piante presenti nell’area umida riescono a depurare l’acqua dagli inquinanti legati alle attività agricole, fino alla Conca dei Rododendri a Biella, installazione paesaggistica progettata negli Anni Sessanta dall’architetto Pietro Porcinai con piante dalle fioriture rosa, rossa, bianca e viola: sono alcuni dei 40 appuntamenti proposti dall’Aiapp - Associazione Italiana Architettura del Paesaggio nell’ambito dell'edizione 2022 di “Giardini e Paesaggi aperti” organizzata a maggio.

Visite guidate, ma anche incontri e convegni diventano l’occasione per toccare con mano come il progetto di paesaggio può concretamente fare la differenza nella mitigazione e adattamento alle criticità climatiche e ambientali, nel contrasto alla perdita di biodiversità, nella tutela e valorizzazione del territorio e delle sue risorse.

“La strada della transizione ecologica passa anche dalla conoscenza e dalla valorizzazione dei paesaggi, luogo d’incontro storico tra sviluppo sostenibile e natura”, afferma Giulia de Angelis, vicepresidente Aiapp. “Giardini e Paesaggi aperti è l’occasione per mostrare questa ricchezza, per ‘leggere’ in una prospettiva nuova e più ampia quello che si vede spesso con uno sguardo distratto. Alcune di queste meraviglie del paesaggio del nostro Paese sono chiuse al pubblico, altre semplicemente dimenticate: vogliamo far emergere la trama che lega il bello con la natura, la produzione con il paesaggio”.

Fonte: huffingtonpost.it


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