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Dal Giappone arrivano i jeans fatti con gli scarti della birra, più leggeri e traspiranti

Dal Giappone arrivano i jeans fatti con gli scarti della birra, più leggeri e traspiranti

Un birrificio giapponese sta trasformando gli scarti dei suoi processi di produzione di birra in jeans. Non solo sono sostenibili, ma anche più leggeri e traspiranti dei classici pantaloni.

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Amato da molti e presente negli armadi di almeno la metà della popolazione mondiale, il jeans è un capo che resiste al tempo. Ma quanto è grande il suo impatto ambientale? Tra piantagioni di cotone con pesticidi, consumo spropositato d’acqua e coloranti inquinanti, purtroppo molto. Ma dal Giappone arriva un’alternativa all’insegna dell’economia circolare: i jeans fatti con gli scarti della birra.

Il birrificio giapponese Sapporo Breweries ha deciso di trasformare i sottoprodotti provenienti dalla produzione di birra – come le trebbie o i gambi e le foglie di luppolo – che solitamente venivano scartati, in vestiti. Per farlo, si è affidato all’esperienza e alla tecnologia dell’azienda Shima Denim Works, già nota per la realizzazione di un denim fatto con gli scarti della canna da zucchero.

In questa prima fase, sono stati inseriti nello shop online soltanto 30 paia di Black Label Malt & Hops Jeans – così sono stati chiamati – e venduti ad un prezzo di certo non economico: 41.800 yen giapponesi (circa 290 euro). Il tempo di aprire le vendite e il produttore di birra aveva già ricevuto tanti ordini. Delle quasi 1600 richieste, soltanto i primi 30 sono stati accontentati.

Shinnosuke Araki di Sapporo Breweries, ha confessato a un mezzo locale che l’azienda è rimasta sorpresa dalla quantità di persone interessate all’acquisto di questi jeans circolari, descrivendo la richiesta come “molto più grande del previsto”. Inoltre ha precisato che il comfort è stata tra le caratteristiche più apprezzate dagli acquirenti.

Per creare i pantaloni Black Label Malt & Hops Jeans, l’azienda Shima Denim Works ha riutilizzato gli scarti del processo di fermentazione della Black Label, la birra scura di Sapporo. Prima ha trasformato le trebbie, i gambi e le foglie del luppolo in washi, un tipo di carta molto sottile prodotta in Giappone. Dopodiché con questo materiale ha realizzato il filato utile per cucire i jeans di birra.

Fonte: Greenme


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