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Come funziona il 'regifting', l'arte di rivendere i regali non graditi

Come funziona il 'regifting', l'arte di rivendere i regali non graditi

Con l’impennata del commercio elettronico, negli ultimi anni è diventata un’arte il rivendere gli oggetti ricevuti in regalo durante le feste di Natale.

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Con l’impennata del commercio elettronico, negli ultimi anni è diventata un’arte il rivendere gli oggetti ricevuti in regalo durante le feste di Natale (e nelle altre ricorrenze), tanto da trovare una denominazione al fenomeno, noto come regifting. Termine che in inglese indica, appunto, chi si libera di doni non graditi, doppioni o sbagliati rimettendoli in circolo su siti e piattaforme che facilitano la compravendita tra privati.

Tendenza molto diffusa nei paesi anglosassoni, il riciclo dei regali è diventato realtà anche in Italia, dove secondo una ricerca Kantar commissionata da eBay, il 57% dei connazionali ha ricevuto nel corso delle scorse festività natalizie almeno un dono non in linea con i propri gusti. E di questi 1 su 10 non si perde d’animo, perché conferma di rivendere già tali oggetti favorendo un’economia più sostenibile.

In una stagione particolare, in cui ci si è affidati più che in passato all’acquisto online, con tanto di spedizione diretta al destinatario causata dall’impossibilità di incontrarsi personalmente, il regifting ha subito un sostanzioso incremento tanto che, stando alle stime del Centro Studi di Confcooperative, saranno circa 24 milioni i connazionali propensi al riciclo dei regali. Con un balzo in avanti di oltre 1 milione rispetto allo scorso anno e un risparmio innescato da quanto riportato sopra nell’ottica dei 3 miliardi di euro.

Fonte: mashable.com


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