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Boom di intossicazioni da disinfettanti nel tentativo di proteggersi dal coronavirus anche negli USA

Boom di intossicazioni da disinfettanti nel tentativo di proteggersi dal coronavirus anche negli USA

Un po’ come è avvenuto in Italia, anche negli Stati Uniti si segnala un boom di intossicazioni da disinfettanti, utilizzati troppo o male con l’obiettivo di evitare contagi da coronavirus.

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Sappiamo che per frenare la diffusione del coronavirus è importante che ogni persona mantenga il massimo dell’igiene personale e in casa. Il Sars-Cov2 è infatti particolarmente sensibile al contatto con saponi e candeggina, sostanze che lo neutralizzano facilmente. Tuttavia, come spesso avviene, il troppo stroppia e anche utilizzare eccessivamente o in maniera errata prodotti disinfettanti può essere controproducente. A segnalare negli Stati Uniti un’impennata negli avvelenamenti dovuti ad un utilizzo improprio dei prodotti disinfettanti è il National Poison Data System, centri antiveleni che, da quando è iniziata la pandemia, sono stati sommersi di chiamate relative a intossicazioni avvenute in casa e relative a l’utilizzo di prodotti per la pulizia.

Da gennaio a marzo, i centri antiveleni statunitensi hanno registrato un aumento del 20% delle chiamate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Sebbene questi dati siano osservativi e non in grado quindi di tracciare un nesso causale tra l’aumento dei casi di avvelenamento nel paese e la presenza del coronavirus, è ovviamente probabile che, nel tentativo di allontanare il rischio contagio, gli americani abbiano pulito e disinfettato più pesantemente le loro case di quanto facevano prima.

Del resto, una situazione simile si è verificata anche in Italia dove il centro antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano ha segnalato, già circa un mese fa, un vero e proprio boom di intossicazioni da disinfettanti.

Fonte: Greenme


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