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'Non è la Rai', 25 anni fa l'ultima puntata del Lolita show attaccato dalle femministe e amato dai fan

'Non è la Rai', 25 anni fa l'ultima puntata del Lolita show attaccato dalle femministe e amato dai fan

“Ma com'è bello qui, ma com'è grande qui, ci piace troppo ma... Non è la Rai!” recitava la sigla che le ragazze in studio, insieme a milioni di spettatori, cantavano in coro. L’ultima puntata di Non è la Rai andò in onda 25 anni fa, il 30 giugno del 1995; ideato da Gianni Boncompagni – che curava anche la regia - e Irene Ghergo, il programma aveva debuttato il 9 settembre 1991 su Canale 5 (per poi passare su Italia 1) diventando un fenomeno di costume.

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La puntata dei saluti fu una pioggia di lacrime, abbracci, come la chiusura definitiva di un villaggio vacanze. Il programma andava in onda in diretta dallo studio 1 del Centro Safa Palatino di Roma, dove quotidianamente si riunivano i fan per aspettare le star dello show, ovvero ragazze che cantavano (soprattutto in playback) e ballavano. Ma le adolescenti danzanti, la piscina in cui si tuffavano, gli ammiccamenti stucchevoli scatenano polemiche furibonde. Scendono in campo le femministe contro quelle giovani donne che fanno fare passi indietro a tutte le battaglie, le associazioni di genitori e la Chiesa. A criticare la trasmissione e Gianni Boncompagni c’è anche Vasco Rossi con la canzone Delusa. La riposta è la sigla Affatto deluse che consigliava di cambiare canale a chi non era interessato al programma o di leggere un quotidiano.

25 anni fa finiva "Non è la Rai": le carriere di Ambra e le altre.

La star di Non è la Rai - presentato agli inizi da Paolo Bonolis, da Enrica Bonaccorti poi da Ambra Angiolini – è la quindicenne Ambra col suo auricolare, conduttrice “telecomandata” da Boncompagni, alla guida di due edizioni. Le coetanee si identificano in lei, la imitano nel modo di pettinarsi e di vestire, si azzera la distanza tra chi guarda la tv e chi la fa. I critici la accusano di non saper fare niente, di non avere opinioni. "La violenza dei commenti era inaudita. Boncompagni mi invitava a relativizzare. ‘Leggi almeno sei giornali, non fermarti sui titoli e soprattutto non fossilizzarti su una singola definizione’. Non era facile" ha raccontato lei, diventata un'attrice richiestissima "All’inizio mi incazzavo, non capivo e mi offendevo. I giornali scrivevano e io imparavo a ragionare con la mia testa. Cercavo di capire dov’era il problema e stabilivo il modo di risolverlo".

Il Lolita show di Fininvest che segna gli anni 90 (Berlusconi lo definì “il paradiso terrestre”, e vabbè), lancia ragazze che sarebbero diventate cantanti, conduttrici e attrici. Basta ricordare Laura Freddi, Alessia Merz, Antonella Mosetti, Antonella Elia, Lucia Ocone, Yvonne Sciò, Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini, Romina Mondello, Michela Andreozzi. E poi Pamela Petrarolo, Miriana Trevisan, Alessia Mancini, Nicole Grimaudo. Tra il 1991 e il 1995, Non è la Rai è l’appuntamento fisso dopo la scuola per milioni di teenager. Balletti (sulle note di Please don’t go), giochi, come il quiz dello zainetto di Ambra (cosa conteneva? penne matite trucchi? No, un dizionario di sanscrito) il cruciverbone (con truffa sventata in diretta), le interviste (da Baudo a Vespa da Ferrara a Costanzo). Il cuore è il rapporto tra la vecchia volpe Boncompagni e la giovanissima conduttrice. “Tutti credevano che le suggerissi le battute, invece le dicevo delle cose tremende, irriferibili, e lei doveva fare finta di nulla” spiega l’autore. Non è la Rai finisce sui giornali, le accuse si sprecano (“esempio di egemonia culturale televisiva berlusconiana”), Boncompagni, allegro provocatore, in campagna elettorale fa dire a Ambra che “il Diavolo vota Occhetto e che il Padreterno vota Berlusconi”. Travolto dalle accuse, si dice orgoglioso di aver fatto “una televisione del vuoto pneumatico, ruffiana, opportunista, ma autenticamente pop. Faccio un programma privo di contenuti, non voglio lanciare nessun messaggio. Dicono che propongo ‘un insopportabile clima da gita scolastica in torpedone’. E allora? Cosa c’è di male?”. Non sopportava che venisse definito “volgare”. Ma l’era delle ragazzine festanti si sarebbe esaurita, gli ascolti calano e Fininvest per riconfermare Non è la Rai nella stagione 1995/96, lega il contratto ai risultati Auditel; Boncompagni rifiuta di firmare un accordo con questa clausola. Il 30 giugno del 1995, sulle note di T'appartengo, la canzone di Ambra, la sfilata delle ragazze storiche del programma, il villaggio vacanze chiude.

Fonte: repubblica.it


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